C’è la catasta di quello che era e non è più. C’era l’intenzione di portare il “bello” laddove si annidava il cupo che invadeva l’uomo … ciò non è più … solo scorie, detriti, emozioni pianificate dai social e per questo cancellate.
Sara Dell’Onze lavora sulla luce, crea graffiti contemporanei che riportano come attuali i segni preistorici ancora leggibili a Lascaux, nelle sue grotte, desiderosi della luce. Lì era la storia che nasceva e quei primari disegni ne diventano testimoni.
Ecco allora che dalla “catasta” informe dell’oggi, su candide pergamene Sara Dell’Onze riporta il primario disegnare al nuovo segno attuale per ricominciare ad illuminare il buio della quotidianità e dare nuova forma alla omologazione del “tutti simili”.
Il Candido Monolite e la grande carta disegnata sono lì ad indicarci la volontà dell’artista di portare, non al cielo ma alla terra, la luce salvifica dell’arte, che da sempre ha condotto l’uomo verso “visioni” che ne hanno reso il suo elevarsi dal nulla che lo circondava.
Giorgio Cattani